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MOVIMENTO

Sul lago-mare soffia un vento che non lascia salsedine sulla lingua. Le deboli onde non lambiscono i piedi, davanti a me non vedo l’infinito e i gabbiani non sorvolano le immensità marine. La massa d’acqua smuove però le assi su cui siedo mimando il movimento del mare e io le credo. Le credo perché mi piace farmi percuotere dal vento freddo, succhiando il sale, stretta nella giacca rossa ereditata dalla figlia, mentre mi immergo nel paesaggio che non c’è. La finzione, unico mio possedimento, mi salva dall’inerzia e dall’inutilità. Non ho bisogno di altro per vivere.

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